giovedì 18 ottobre 2012

Le tematiche dietro il fantastico: “La Stirpe di Agortos – Prima Generazione”.

«Nell'incontaminata terra dell'Egucron, Agortos, uomo di acuto ingegno e spiccata sensibilità, stringe un patto con la Dea Natura giurando che, sia lui che i suoi discendenti, si impegneranno ad approfondire la conoscenza della parte mistica e magica di quel mondo inesplorato che li circonda.
Saranno Anika e Airen, le sue figlie, le prime a dover far fronte a quella promessa. Separate da bambine, cresceranno in ambienti totalmente diversi: Airen come serva di Siderin, dispotico e spietato signore dei monti Atrùgeti, Anika nella sua casa natale a contatto con una natura misteriosa e incontaminata. Entrambe però sentiranno ben presto il richiamo di quel giuramento mantenutosi nel tempo, e nonostante le difficoltà e gli ostacoli che troveranno sul loro cammino, adempiranno al volere di Agortos preoccupandosi che le generazioni future mantengano vivo quel voto.»
(tratto da “La Stirpe di Agortos- Prima Generazione”, quarta di copertina).

Scrivere fantasy non è semplice come lo si può ritenere. Come non è facile scrivere libri senza cadere in cliché abusati o argomenti già lungamente trattati.
Quando ho iniziato a plasmare la trama di quella che sarebbe stata La Stirpe di Agortos non avevo ancora messo in chiaro il ruolo dei personaggi e lo svolgersi delle vicende, ma sapevo cosa aspiravo a creare: un fantasy che fosse diverso dagli altri e che uscisse fuori dai binari della classica battaglia Bene contro Male, inserendo personaggi nuovi più vicini al lettore per caratteristiche e personalità.
Il ciclo di romanzi fantasy che ho iniziato a comporre ha preso quindi la piega di quella che è stata più volte definita una “ecosaga” ovvero l'omaggio a un mondo che c'è stato e che non c'è più, un mondo dove l'uomo si misura ogni giorno con la Natura e dove la Terra regola lo stile della sua esistenza. E' questo che mi piace ricordare ogni volta che mi ritrovo a parlare della generazione della Stirpe, mettendo in guardia il lettore su ciò che si troverà di fronte non appena sfoglierà le pagine dell'opera. Lo si intuisce immediatamente dal prologo, dove è lo stesso Agortos a parlare:

«Tutta la terra è un'inesauribile fonte di energia e potere.
Credo di averlo sempre saputo, fin da quando appresi i primi
rudimenti naturali presso i monaci del monastero di Apator,
nella terra dell'Eptacandro. Mi parlavano degli Dei e di come si
manifestassero attraverso i doni della Natura. Ma non si può
comprendere quali virtù siano nascoste tra le zolle della terra se
non le si guarda con attenzione, al di là delle letture e degli
insegnamenti riportati sulle pergamene e sui libri miniati.
Fu così che me ne andai in viaggio alla ricerca del Potere della
Terra e fu così che venni a conoscenza della parte magica del
mondo. Aprii per la prima volta gli occhi sull'Egucron.  Strinsi un patto con la Natura 
pregando gli Dei che venisse accettato. Così tutta la mia vita, e quella di
coloro nelle cui vene scorrerà il mio sangue, verrà consacrata
alla scoperta e alla vigilanza del Potere naturale di cui il mondo
è colmo. Non ci sarà uomo o donna che impedirà ai miei
discendenti di seguire le mie orme, poiché verranno aiutati dal
cielo e dalla terra e da tutto quello che li forma.
Io Agortos, che rinnegai mio padre e la mia famiglia per
avventurarmi lungo le vie impervie del mondo, firmai quel
giuramento col mio sangue.
La mia stirpe ne verrà coinvolta, riconosceranno i segni poiché
essi sono stati già tracciati sulla loro via. Non temeranno di
seguirli, e semmai esitassero nel farlo la Natura manderà loro
dei messaggeri che li aiuteranno a ritrovare la strada.
Il destino del mondo è nelle nostre mani, s'intreccia con esso e
ne dipende. Questo è il più grande mistero che l'uomo abbia mai
ignorato.»

L'Egucron è la terra immaginaria nella quale sono ambientate le vicende della Stirpe, un luogo da me a lungo sognato, dai paesaggi incontaminati e ancora inesplorati. Una terra dove l'ignoto fa rima con mistero e dove la Natura personificata guida le azioni umane. Il rispetto per i fenomeni naturali viene chiaramente messo in risalto nell'opera, ma non è solo questo che i discendenti di Agortos ci vogliono insegnare.
A lungo nel libro si è anche parlato del tema della predestinazione, di come l'uomo sia destinato a compiere determinate azioni in un determinato tempo a lui assegnato. Come se l'Universo (che si fa “persona” esattamente come la Natura) fosse fautore di ciò che ci attende e ci mostri segni evidenti del percorso che ciascuno di noi deve seguire. Viviamo in balia del caso o siamo piuttosto regolati da “coincidenze” che in qualche modo stabiliscono la nostra esistenza? Questa è una domanda che a lungo mi sono posta durante la scrittura del libro, ed è un quesito che vorrei insinuare quasi con prepotenza nel lettore.
Destino e rispetto per il mondo che ci circonda. I protagonisti stessi sono i primi a cimentarsi in questa sfida pur essendo a conoscenza che molti saranno gli impedimenti da superare. Primo fra tutti l'indifferenza del mondo, e l'incapacità di esso di condividere queste forme di pensiero. Agortos e la sua Stirpe diventano così dei rivoluzionari, che abbattono le frontiere della mentalità del loro tempo, incuranti delle conseguenze. Non posseggono alcuna forma di potere, se non quello della propria volontà a portare avanti una promessa stretta con la Natura. Folli nei loro propositi, fermi nelle loro convinzioni. Uomini e donne nei quali rispecchiarsi perché la magia qui non nasce solo da strumenti fantastici che la letteratura fantastica dell'immaginario ci ha tramandato (pietre e bacchette magiche tanto per citarne qualcuno), ma scaturisce dalla volontà che si impiega nel voler comprendere la magia e vivere assieme ad essa e non solo per mezzo di essa. Il fantastico assume il valore di magico e sorprendente quando l'uomo interagisce con esso perché ha stabilito il volere di farne parte.
Natura, destino e volontà umana: il meraviglioso racchiude tutto ciò e fonda le basi per questo nuovo ciclo di romanzi fantasy che porta il fantastico in una realtà non troppo lontana da noi, e vi si mescola cercando di rispondere a molte delle domande che l'uomo si pone sulla propria esistenza dalla sua nascita.

«Il destino del mondo è nelle nostre mani, s'intreccia con esso e ne dipende. Questo è il più grande mistero che l'uomo abbia mai ignorato.»

(tratto da La Stirpe di Agortos- Prima Generazione).

2 commenti:

  1. Vi ringrazio davvero tanto!!! Un bacione e spero che il mio libro possa incuriosire i lettori! :)

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  2. Sono sicura che lo farà! :D Un abbraccio!

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