mercoledì 14 novembre 2012

"Garothox Fulridge" (Fantastory di Andrea Ceccarelli).

Garothox Fulridge.
Ed il crepuscolo si preparava a pervadere le nefaste giungle di Gandelor, un piccolo fuoco acceso accerchiato da pietre umide scoppiettava dinnanzi a quella strana figura che con avidità continuava a scrivere.
“Diario di Garothox Fulridge”
Giorno 23 Settembre ore 21:45 dell’anno dell’orso.
La fauna della giungla mi è ancora ignota, il punto principale che non riesco a comprendere è come la giungla col clima sfavorevole riesca sempre a tornare come prima.
Monsoni, sole cocente. Assai sballato come clima direi. Tuttavia, se un albero va in fiamme la giungla stessa lo uccide e poi all’istante lo fa rinascere. Strani animali ho incontrato in questo viaggio. Nel Marfang non vi ho mai trovato creature simili.
Un becchetto rosso per esempio. Un uccello che ho trovato qualche giorno fa mentre mi rinfrescavo ad un piccolo laghetto. Di piccola stazza, piume rossicce come il fuoco, due occhi sui lati estremamente grandi, sproporzionati oserei dire.
Ma la cosa che più mi ha affascinato di tutto ciò è stato il modo in cui si nutre.
I becchetti rossi nuotano, sì, nuotano sott’acqua e si cibano sul fondo dei laghi!
Cercano fra la fanghiglia i resti di alcuni pesci per poi mangiarli. E i loro nidi! I loro nidi sono un qualcosa di eccezionale per Krash’Mur!
Delle “tane” non saprei come altro spiegarle… Scavate proprio nella terra. Ma come le scavano?
Mi chiedo io, non hanno artigli, non hanno zampe. Ma… è una cosa fantastica, dal mio punto di vista per lo meno. Creature affascinanti che studio con orgoglio e piacere.
Non parliamo poi delle altre bestie che ho incontrato. Forse i Troll sono i più pericolosi.
E vi giuro che a codeste creature mitologiche non avevo mai creduto! È stato fantastico vederne uno, anche solo per poco. Stranamente però, i troll non possono stare alla luce, ne vidi solo uno qualche tempo fa mentre cercavo erbe di vario tipo da studiare. Al crepuscolo mi si presentò l’immonda creatura cosparsa di pustole con uno sguardo vuoto e privo di buone intenzioni.
Tuttavia, il crepuscolo non era ancora arrivato del tutto, ed un fascio di luce divideva la foresta in due, tra me e la bestia. Così vicini eravamo.
Ricordo che quando mi vide cercò subito di attaccarmi. Per Diana se era feroce! Un bestione alto almeno quattro metri! Però, la cosa che mi colpì è che, quando il suo piede poggiò sul fango ove era il fascio di luce, un guaito di proporzioni inimmaginabili le mie povere orecchie udirono.
Non saprei. Un po’ di fumo uscì dal piede del mostro, per poi farlo scappare in preda al panico.
Annotai tutto. Il cuore mi batteva in gola.
Ad ogni modo. Domani mattina partirò nuovamente alla ricerca di altre erbe e chissà cosa potrebbe succedere, fremo tutto dall’impazienza.
Queste sono le erbe che ho catalogato e che ho raccolto oggi.
Gerfrex = 30 g
Belil = 20 g
Grotdar = 60 g
Moribul = 40 g
Fiori di Piconc = 25 g
Adesso concludo il diario di oggi, devo sistemare le trappole per la notte. La giungla di Gandelor al calar del crepuscolo non è una buona “Padrona di casa”.
Garothox Fulridge”
Chiuse il libretto e lo ripose immediatamente sotto la vestaglia con rifiniture argentee. Si tolse il cappello fatto in pelle di cinghiale e lo mise accanto alla sua bisaccia colma di erbe.
Garothox era un uomo di età matura, capelli castani ed occhi verdi come le fronde degli alberi. Un po’ di barbetta vigeva su quel volto sporco di terra.
Stivali accantonati a dei pantaloni aderenti in scaglie. Una cinta con molte tasche attaccata ad una tracolla colma di pugnali affilati.
Il ricercatore si mise subito all’opera. Cominciò col prendere un filo da una delle tasche. Sembrava invisibile a prima vista.
La posizione per accamparsi che aveva scelto era assai strategica. Completamente accerchiato da alberi di vario genere, con uno spazio di appena pochi metri che veniva utilizzato da postazione.
Il filo cominciò ad uscire dalle tasche, sembrava non finisse mai. E Garothox iniziò a camminare in cerchio, legando il filo da un albero all’altro, per poi concludere formando una gabbia invisibile.
Il funzionamento dalla trappola era semplice. Se qualcuno avesse cercato di oltrepassare il limite allora i fili argentei lo avrebbero diviso in mille pezzi.
Terminato di posizionare la trappola, Garothox finalmente si concesse un po’ di riposo e si stese a terra. Non passò molto che, alla fine, il ricercatore cadde in un sonno molto profondo.
Così la notte cominciava ad inglobare ogni cosa, gli alberi assunsero un colorito più scuro, il freddo cominciò a levarsi tra le fronde assieme al vento.
E le nuvole facevano in modo che tutto divenisse la tenebra più profonda.
- Ahh… Garothox Fulridge… - una strana nebbia trapassò i fili argentei. - Dormi… Dormi come non hai mai dormito Garothox… - Disse carezzando le guance del dormiente con le dita scheletriche. - La giungla ti affascina… Come a me affascinano codeste creature... - Aggiunse sorridendo.
- Peccato che… tra qualche anno moriranno tutte… - La nebbia aveva ormai avvolto il ricercatore.
- Però tu no caro mio… tu sari un ottimo… servitore… - Mormorò. - Concludi le tue ricerche Garothox… concludile… - Aggiunse. - Però voglio anche divertirmi… Non voglio che tu ci metta così tanto… Ergo ti darò… un piccolo stimolo… - Concluse toccandogli la fronte. Dopodiché la nebbia scomparve, e Garothox cominciò a mugolare. Si svegliò di colpo, sudato, sembrava che non avesse dormito bene.
- Ah!... - Esclamò toccandosi le tempie. - Per Krash’Mur…che dolore! - Disse.
La testa gli stava scoppiando, continuava a massaggiarsela ma senza risultati.
- Cavolo… vediamo se… - Disse aprendo la bisaccia.
- Gerfrex… Belil… Cavolo! Non ho niente per questo mal di testa! - Si lamentò. Sembrava barcollasse.
Tuttavia, egli era un uomo robusto e quindi riuscì a togliere la trappola e rimettersi la bisaccia in spalle, cominciando il suo cammino alla ricerca di una qualche erba che avesse fatto al caso suo.
La giungla andava intricandosi in lungo ed in largo, barcollando fra albero ed albero, sudando, quasi vedeva appannato.
- Ma… che diavolo… - Diceva toccandosi le meningi. Decise di fermarsi, prese il diario e cominciò a scrivere.
“Diario di Garothox Fulridge”
Giorno 24 settembre ore 10:34 dell’anno dell’orso.
Questo mal di testa non mi dà tregua, sono sudato, vedo in malo modo. Mi sento debole.
E la cosa peggiore è che non ho nessuna cura, sarà una malattia che si contrae qui nelle giungle?
Non sono un Alchimista, non posso saperlo, da una notte all’altra…
È stato così veloce, certe creature alle volte possono farti questo, magari tagliandoti o altro, ma io non ho tagli e la mia trappola ha sempre funzionato… allora perché!? Mi sento debolissimo e so che potrebbe andare peggio, se non trovo una cura ho il timore di svenire e, se svieni a Gandelor, puoi star certo che non rivedrai più la luce del sole.
Garothox Fulridge”
Concluse con quel poco che aveva scritto, non riusciva più ad alzarsi, così ripose il diario sotto la vestaglia e posò la testa su un tronco.
Però, girando il volto, notò un qualcosa di strano. Una nuova pianta che non aveva mai visto, color oro e rosso, un frutto con foglie argentee e brillanti.
Alla visione di ciò, senza neppur pensarci, strappo il frutto e cominciò a masticarlo.
Non aveva un cattivo sapore e, stranamente dopo poco, il dolore lancinante scomparve.
- Cosa?... - Disse allibito.
Guardò il frutto, al primo morso il suo interno era color verde chiaro, ma quando il dolore era scomparso, il suo interno era diventato grigio. Di scattò buttò il frutto a terra ed estrasse il libretto.
“Diario di Garothox Fulridge”
Giorno 24 Settembre Ore 10:41 dell’anno dell’orso.
L’ho trovato! È incredibile, la pianta forse più utile che io abbia mai trovato!
Non solo cura il malore ma lo risucchia al suo interno! È una cosa fantastica e devo subito mettermi all’opera, devo raccoglierne il più possibile per portarli nel Marfang al mio ritorno! Finalmente…”
La penna cadde a terra, un colpo alla testa frenò la scrittura, il sangue colava dal buco sulla fronte per poi andare sul diarietto.
- Bene… finalmente hai trovato ciò che cercavo… - Disse sorridendo. - Ti ringrazio di cuore… sai… non posso permettermi che il mio protetto soffra di questo malore per poi morire… aveva bisogno di una cura… - Aggiunse toccandogli la fronte.
- E se muore lui… io non posso vivere… capisci? - Accese una pipa. Il fumo stava avvolgendo il cadavere.
- Ma stai tranquillo… il tuo nome sarò ricordato in eterno Garothox… E quando giungerà il momento… anche tu, farai parte del mio mondo perfetto. - Così il frutto si alzò in aria, attorno ad esso un’ aura color verde chiaro, dopodiché quest’ultimo andò in cielo. - Adesso anche nel Marfang vi sarà il frutto… Garothox… - Così si concluse la vicenda.
Un monocolo, una pipa, il fumo che avvolgeva la giungla, mani scheletriche ed una fitta foschia violacea che proteggeva il narratore.
E il cadavere di Garothox accasciato su quel tronco, impassibile, freddo e privo di vita.

(di Andrea Ceccarelli).

1 commento:

  1. Ho scelto questa storia come vincitrice per la ricchezza di particolari e la storia originale e atipica, con un finale imprevedibile. Lo stile è un po' acerbo, ma tale pecca non sminuisce il valore della storia. Complimenti all'autore per essersi aggiudicato il primo posto! :)

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