domenica 9 dicembre 2012

Il Bene e il Male di Iole Testa

Il bene e il male - Angelica e Marica

La chiamarono Angelica senza un motivo preciso. Forse inconsciamente lo sapevano i giovani sposi se, al nome da dare al nascituro se fosse stata una bambina, pronunciarono all’unanime il nome Angelica. Ebbero la fortuna Gino e Giorgia di poter ristrutturare quel rudere di casa che si trovava in cima alla collina, proprio sulla punta tanto da poter toccare le nuvole basse, in particolare quelle rosa in primavera. Venne fuori un gioiello di villetta, da fare invidia. Attorno le verdi balze lussureggianti di piante e fiori introvabili in altri luoghi, rendevano quel luogo un piccolo angolo di paradiso terrestre. Angelica vide la luce il giorno tredici del mese di maggio. In una meravigliosa mattinata luminosa e calda. Sembrava fosse scesa dalle soffici nuvole rosa. Rosa era il suo viso, rosea la pelle . Color dell'oro i capelli inanellati in boccoli. Sempre sorridente e tranquilla, crebbe sana e vivace. Era dolcissima e buona. Non si era vista mai, nel paese, una bimba cosi ubbidiente e generosa. Un angelo di nome e di fatto,dicevano. Parlava con le fatine e gli gnomi del suo giardino, con i quali giocava a nascondino o a rincorrersi. Anche gli uccelli le facevano corona accompagnando con il loro cinguettio la vocina incantevole che s'innalzava sino al cielo. All’ età di sei anni iniziò ad andare a scuola in paese. Fu subito amata per la sua bontà. A casa i genitori non le permisero mai di scendere nello scantinato che si addentrava in un cunicolo stretto, per circa mezzo chilometro, dove c'era un vecchio cimitero chissà di quale secolo. Angelica non pensò mai di disubbidire. Spesso, però, si allontanava fermandosi a giocare proprio in fondo al giardino in corrispondenza del cimitero di cui ella non sapeva nulla. Gino e Giorgia non la vedevano, ma la sentivano ed erano tranquilli. Si preoccupavano un pochino nel sentirla parlare da sola, come se comunicasse con i fantasmi , poiché essi non vedevano esseri viventi e neanche animali. Un giorno stavano per entrare nella sua cameretta per farle, come sempre, delle coccole e parlare un po' insieme, ma furono fermati da una voce che non era della loro figliola. Una voce falsa e suadente. Lo stupore impedì loro di ascoltare ciò che stava dicendo. Entrarono di botto. Angelica seduta sul tappeto degli orsetti (i tappetini erano tre: uno con gli orsetti vicino alla finestra, un altro con le scimmiette ai piedi del lettino ed il terzo con gli uccellini al centro della stanza), guardava incantata sul davanzale. Gli occhi le brillavano. Non si accorse dei genitori che erano entrati. __"Angelica, tesoro! Con chi stai parlando? Con i tuoi amici uccellini?"_ Le chiese la madre avvicinandosi. Le si avvicinarono entrambi. La bimba ritornò in sé solo quando il suo sguardo assente fu riportato alla realtà dalle carezze della madre sul suo viso. _"Mamma, papà! Questa è Marica. Abita in fondo al nostro giardino. Cioè nel sotterraneo. Appare e scompare. Mi racconta delle storie strane. Mi ha detto che tantissimo tempo fa e' vissuta qui dove ora siamo noi;ecco perché spesso ritorna in questo posto... Ma, Marica dove sei? Ecco è scomparsa di nuovo!"_ Parlava svelta, mentre una felicità' insolita in lei trapelava da tutto il suo essere. I genitori, già da tanto preoccupati per questi episodi, non sapevano come agire; se assecondarla o se portarla dallo psicologo. Certo, perché raccontasse, bisognava darle l'impressione che le credessero.__" Bene! Allora com'è Marica... hai detto che si chiama la tua amichetta che viene dal sotterraneo? Sì, com'è?Bella?"_ ___"E' molto graziosa. Quando, però, i suoi occhi diventano rossi come il fuoco e ride forte come la strega di Hansel e Gretel , mi spaventa. Diventa bruttissima. Ora era bellissima. Mi stava convincendo a seguirla nel posto dove vive. Dice che è magnifico. Ci sono tantissimi bimbi che cantano e giocano. Mamma, papà, posso andarci?"_ __"Non farlo mai!" _ Urlò quasi il padre che riprese subito la calma.__Lascia che venga lei qui. Anzi invitala ad entrare in casa. Io e la mamma vogliamo conoscerla."_ __"Davvero? Glielo dirò. Sono contenta di presentarvela"_ Diceva queste parole, mentre li abbracciava stretti. Per alcuni giorni Angelica sembrò fosse ritornata alla normalità, ossia non parlava più da sola. Anzi,e ciò piacque ancor di meno ai genitori, era piuttosto taciturna. Essi erano spinti dalla curiosità di farle delle domande su Marica, ma temevano di ricordargliela perché non ricominciasse a nominarla. Per ora si limitavano ad osservarla. Una mattina stavano uscendo di casa per recarsi a scuola._ "Angelica,non ti sei pettinata? Dietro, i capelli sono arruffati come il pelo di un gattino spaventato. Aspetta,prendo la spazzola."__ "No, mamma ! Siamo in ritardo. Sai bene che appena suonata la campanella non si potrà entrare in classe."_ E corse fuori. Non era da Angelica rispondere in tal modo, pensò Giorgia, pensierosa. Di solito a tavola,al rientro dalla scuola, la bimba chiacchierava tanto, senza tralasciare di raccontare ogni particolare sulla mattinata scolastica. Adesso inventava scuse per scappare subito in cameretta. Avrebbero dovuto interpellare uno psicologo, forse. Si dicevano angosciati i genitori. La loro bambina,di sicuro, aveva dei problemi. __"Dovevi pettinarti, piccola stupida, stamani! Vuoi che i tuoi si accorgano di ciò che facciamo la notte?"__ Gino era risalito a prendere il cellulare, nel bagno adiacente alla camera di Angelica e non poté evitare di ascoltare quella frase. Spinse con furia e forza la porta bloccata dal di dentro e vide sua figlia stesa sul tappetino delle scimmiette con gli occhi sgranati e le manine in alto come a ripararsi da qualcosa o da qualcuno. Era da sola. Eppure egli aveva udito chiaramente una voce spaventosamente imperiosa. Le si avvicinò e stava per accarezzarla e rassicurarla, ma fu allontanato con un grido:__"Vattene, via! Non deve vederti. Mi farà del male."_ E corse a nascondersi sotto al letto. Raggiunse i due anche la madre che, tremante, strisciò per terra fino a che non ebbe raggiunto Angelica che piangente le si strinse al collo. Inutile farle delle domande. Anche perché si addormentò di botto in braccio, mentre ella la cullava, baciandola. Quella notte Angelica dormì nel lettone insieme alla mamma; il papà andò nella camera di sua figlia. __"Cosa credevi, caro paparino, che ci sarei cascata? Io voglio tua figlia ah,ah, ah! La bella Angelica. La dolce e buona Angelica... Angelica! Senti come suona bene! Ah, Ah, Ah!"__ Gino si svegliò di soprassalto zuppo di sudore e spaventato a morte. Si sedette sul letto e si guardò intorno. Non c'era nessuno. Il tic tac della sveglia a forma di rana sembrava essersi trasformato in cra cra, tanto da confonderlo con il crac delle ossa del suo cranio. Infatti la testa gli stava per scoppiare. Realizzata la situazione,in men che non si dica si ritrovò accanto al letto di sua moglie su cui dormivano tranquille le sue due preziose donne. A colazione non raccontò lo strano episodio, anche perché non volle turbare i sorridenti e rilassati visi che gli stavano di fronte. Egli, però, rimuginava di continuo in mente le orrende parole che aveva udito o che gli era sembrato di udire. Un brutto presentimento che qualcosa di tremendo dovesse accadere alla sua bimba, lo terrorizzava. La ciocca di capelli mancanti sul capo di Angelica, forse, non dipendeva da una malattia del cuoio capelluto. Chissà! Per circa una settimana tutto procedette nella norma. Angelica riprese a raccontare, a parlare degli amici di scuola ed a sorridere. Si mostrava restia, però a ritornare da sola nella sua cameretta. La mamma trascorreva l'intero suo tempo libero disponibile con lei, a giocare sui tappetini degli animaletti che una volta la sua bimba adorava. Ora si rifiutava di sedersi su quello degli uccellini. Né si riusciva a saperne il perché. Dal centro della stanza fu spostato sotto la finestra. Ai piedi del lettino Angelica volle gli orsetti. Peg, l'istitutrice inglese, si offrì di dormire in cameretta con Angy (così ella la chiamava) perché potesse ritornarvi. La seconda notte, subito dopo la mezzanotte Peg fu svegliata da uno strano verso. Era...di scimmiette arrabbiate. Salto' a sedere sul letto. Ciò che vide la lasciò terrorizzata: decine di scimmie saltavano dal davanzale, urlanti. Si diresse a guardare fuori e...una ragazzina come impazzita con i capelli ritti attorcigliati da fili rosso fuoco, con una risata gutturale trascinava Angelica in fondo al giardino. _"Aiutooo! Signora Giorgia, signor Gino correte,vi prego!Angelica,la piccola Angelica...Corretee! Giù,giù... in giardino, in giardino! Lì, in fondo, lì verso il cimitero!"__ In un battibaleno tutti, compresi il giardiniere, sua moglie ed i due figli adolescenti, si precipitarono al pianoterra e corsero,corsero in tempo ad afferrare Angelica, a toglierla dalle grinfie delle scimmie, ed a trascinarla via. Appena in tempo perché non precipitasse nella buca che si era aperta nel terreno. Sarebbe scivolata nel cunicolo sotterraneo. Di Marica nemmeno l'ombra. Finalmente Angelica si risvegliò dall'incantesimo. Cominciò ad urlare ed a dimenarsi. Aveva il viso tutto graffiato e sanguinante. Non riusciva a parlare. Abbracciò entrambi i genitori,si strinse a loro e pianse, pianse singhiozzando. In ospedale le curarono le ferite,provocatele dai morsi delle scimmie. Non avevano mai visto una cosa simile. I genitori cominciarono a pensare a qualcosa di diabolico, per cui si recarono dal loro parroco che andò alla ricerca di documenti sui cimiteri e sulle chiese sconsacrate dei secoli scorsi. Venne alla luce la storia di un centinaio di contadini massacrati nei campi, mentre raccoglievano le pannocchie, dai guerriglieri. Subirono la stessa sorte anche molti bambini, fra cui una certa Marica, di cui si diceva fosse un'indemoniata, ma che lottava disperatamente per liberarsene. Evidentemente la sua anima ancora non trovava pace. Si vociferava nei dintorni che alcuni avessero visto di notte, al chiarore della luna, una ragazzina che vagava nei campi. Spesso si fermava sul sagrato della chiesa. Un mattino il parroco sul portale vide scritto con il sangue: il tempo è arrivato. Mi salverò se consegnerò un'anima pura ed angelica. Egli lavò subito quella scritta, prima che qualcuno potesse leggerla. Non fu difficile per lui collegare le due storie. Angelica era bella, buona ed innocente. Tremò al pensiero che fosse la bimba di cui parlava Marica. Consigliò i genitori di cambiare casa, per il momento. La bimba era troppo spaventata; se continuava così si sarebbe ammalata. Presero in affitto un appartamento al centro del paese dove c'erano rumori,voci e tanta gente. La scuola era vicina ed anche tante amiche di Angelica. Cominciarono i lavori del trasloco. L'ultima notte dormirono tutti nel salone giù,su tappeti ed un divano. A mezzanotte risate sarcastiche, rumori di vetri rotti, orsetti saltellanti svegliarono l'intera famiglia. Angelica fu afferrata brutalmente da Marica, protetta dagli orsetti che la coprivano quasi interamente. _" Ah, Ah, Ah! Credevate di liberarvi di me! Ormai è mia. Prenderò l'anima di Angelica e la porterò al demone che mi tiene prigioniera. Finalmente sarò libera! Ah, Ah, Ah! Ho aspettato secoli. Vieni,vieni,dolce Angelica!”_ E la trascinò verso la porta finestra con i vetri frantumati. Gli strilli di Angelica riempirono la vallata. Furono sentiti anche in paese che in un attimo si popolò della gente che corse fuori spaventata. Il parroco si rese subito conto di ciò che stava subendo la povera bimba. Suonò le campane invitando la popolazione in chiesa. Preghiere di aiuto si innalzarono in cielo. Voci supplici giungevano accorate al cuore misericordioso di Gesù e della Madonna. Intanto Gino e Giorgia lottavano contro gli orsi per crearsi un passaggio e poter raggiungere Angelica prima che la buca la inghiottisse. Marica continuava con la sua spaventosa risata a far rabbrividire. Angela cadde, mentre le zampe dei suoi orsi, una volta amici, cercavano di schiacciarla. Ad un tratto un canto angelico scese dall'alto. Marica zittì, tremò, lasciò la presa e, come un fulmine, guizzò nella buca. I presenti corsero da Angelica che era svenuta. Intorno piccolissimi orsetti la riempivano di bacetti. Ancora una volta aveva vinto il Bene sul Male.

1 commento:

  1. Questa storia è molto interessante e ben descritta, ma la trama pecca un po' di originalità e (ma questa è una mera opinione personale) a tratti è un tantino troppo zuccherosa. Ciò non toglie che sia una storia bella e appassionante. :)

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